martedì 25 marzo 2014

Creature della mitologia scozzese

In Scozia le antiche leggende e i costumi del passato sono ancora vivi nello spirito degli scozzesi. Lavare il viso con la rugiada di maggio, credere che l'erica bianca porti fortuna, lasciare che il sorbo selvatico cresca accanto alle case e nei luoghi di culto, per scongiurare il male e le streghe, rompere una bottiglia di Whisky sulla prua della barca, durante l'apertura della pesca al salmone, buona usanza per ingraziarsi il cielo, sono solo alcuni esempi degli usi ancora in voga,le cui origini risalgono al lontano passato.
La credenza nelle fate risale addirittura alla preistoria,e la tradizione scozzese è piena di riferimenti a queste creature, figure mitologiche rappresentative che derivano da un mix di folklore, religione, storia e ambiente geografico. Di seguito ne elencherò alcune, per dimostrare che il folklore scozzese non si ferma al famoso mostro di Lochness!




  •  Baobham Sith: è una creatura malvagia della mitologia scozzese. È una fata malvagia che si nutre di sangue, una specie di vampiro. Veste solitamente di verde e per questo porta anche il nome di Dama VerdeAppare sotto le sembianze di una bellissima fanciulla che danza per ignari malcapitati che poi uccide lentamente. Può essere uccisa con l'acciaio freddo. La si trova principalmente nelle regioni montuose.
  •  Bodach (in scozzese: "Vecchio Uomo"): è una creatura mitica, simile all'uomo nero, che scende giù dai camini per terrorizzare i bambini. Per evitare la sua venuta è necessario spargere del sale sulla cenere del camino prima di andare a letto. La sua venuta era percepita come annunciatrice di morte per uno o più membri dei clan.
  • Bean Nighe: è l'equivalente scozzese della Banshee irlandese. In gaelico scozzese il suo nome significa “lavandaia”. La sua presenza è vista come un presagio di morte; nell'immaginario collettivo la si immaginava come una donna anziana, vestita di verde, che si trovava lungo i torrenti a lavare gli abiti di coloro che stavano per morire.
  • Brownies: si tratta di fate benevoli e gentili, associate all'elemento terra. Essi si presentano come nanetti di sesso maschile, piccoli e con gli occhi color del carbone. Non sopportano la menzogna, l'inganno, e l'avarizia. È possibile invitarli presso la propria dimora lasciando del cibo fuori, preparato apposta per loro.
  • Driadi: sono fate caratterizzate dall'elemento acqua. Sono spiriti degli alberi,guardiane di ogni singolo albero, che appaiono agli uomini come luminosi bagliori o bellissime donne danzanti. Si tratta di creature leggiadre e giocose, generalmente indicate come femmine.
  • Ghillie Dhu: si tratta di una fata benevola che si credeva abitasse un boschetto di betulle alla fine del Loch Gairloch. Sono spiriti degli alberi mascherati da fogliame e muschi che non amano la presenza degli esseri umani. Essi sono più attivi di notte e preferiscono le betulle a tutti gli altri tipi di albero. Coloro che attraversano i boschi devono fare attenzione per non essere afferrati dalle braccia lunghe e verdi della Ghillie Dhu, se ciò avvenisse diventerebbero loro schiavi per sempre.
  • Kelpie: nella mitologia scozzese il Kelpie è una delle creature più note. E ' principalmente ritratto con la forma di un bellissimo cavallo ma può apparire anche sotto le sembianze di un bel giovane. I kelpie sono spiriti acquatici che popolano i laghi, decisamente malevoli, il cui scopo è quello di attirare gli esseri umani in una tomba d'acqua.
  • Selkies: sono creature mitologiche che possono trasformarsi da foche a donne nelle notti di luna piena. La leggenda ebbe origine nelle Isole Orcadie e "selkie" significa semplicemente foca nella lingua di quelle isole. Ci sono varie leggende sulle Selkie, alcune narrano che gli umani non si accorgono di vivere con una selkie e poi si svegliano una mattina scoprendo che la loro compagna è sparita, altre leggende narrano che rubando il manto di una selkie si riesce a renderla prigioniera, evitando il suo ritorno in mare. La selkie ritornerà nel suo mondo d'acqua solo dopo aver ritrovato il proprio manto, e allora la sua prigionia avrà fine. E' l'equivalente del Merrow irlandese.
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